Le squadre della serie B raccontate dalle loro città
22 giornalisti, scrittori e blogger hanno scritto 22 racconti sulle 22 squadre della serie cadetta: un’antologia che fonde il calcio con il tessuto sociale.
C’è anche Latina, con i suoi clichè e i suoi lati piccanti, mixando le manie della città con quelle del pallone a tinte nerazzurre.
Ventidue racconti sul calcio e sulle realtà cittadine delle squadre che compongono la serie B 2015/16. S’intitola ‘Il campionato degli italiani’ la raccolta di 22 racconti scritti da giornalisti, scrittori e blogger di tutt’Italia.
C’è profondamente il marchio di Latina in questa antologia. Da una parte il curatore, il giornalista Gian Luca Campagna, ideatore e ‘allenatore’ di questa raccolta che ha convocato scrittori e cornisti sparsi per l’Italia convincendoli a narrare di sport e sociale, poi il giornalista sportivo Gianluca Atlante che nel suo ‘Ciro il galletto’ ha voluto omaggiare Bari e il Bari, città nativa del papà, raccontando il sogno di un bambino che anela all’esordio con la maglia biancorossa. E poi c’è l’esordio letterario di Stefania De Caro, alias fashion blogger Eva Pommerouge, che nel suo ‘Sesso, tabù e pallone’ racconta la manie, i tanti vizi e le poche virtù di una città di provincia alle prese con gli eroi della domenica, anche se il finale non appare così scontato come sembra. E poi la cover dell’antologia, che a breve verrà presentata in Lega da Andrea Abodi in persona a Milano, ritrae un Museo Cambellotti stretto nella sua cancellata –usata a mo’ di porta- e nel suo piazzale d’ispirazione dechirichiana.
“Il campionato di serie B è il campionato degli italiani? Beh, sì, considerando che conta quasi la totalità delle regioni dello Stivale. Ma non è soltanto una questione di presenza, è un concetto che abbraccia la provincia e il campanile, dove il calcio è vissuto in maniera più diretta e genuina –descrive il progetto Gian Luca Campagna, curatore dell’antologia-. Così, ecco dipanarsi un’antologia che ospita ventidue racconti come ventidue sono le realtà calcistiche e cittadine che compongono la serie B targata 2015/16, fondendo la religione sportiva degli italiani con la cronaca di quelle singole città. Ne è nata una raccolta che sì insegue lo sport più bello del mondo ma ne descrive anche gli spaccati, a volte in maniera dolce, altre senza miele sulla lingua, fotografando le realtà distorte o alleviate dal tirare calci a un pallone, permettendo a chiunque di sognare anche dalla periferia il calcio del mito e della leggenda. Storie che hanno come sfondo i colori di Pescara e Virtus Lanciano, Avellino e Salernitana, Cesena e Modena, Virtus Entella e Spezia, Brescia e Como, Novara e Pro Vercelli, Ternana e Perugia, Latina e Cagliari, Trapani e Crotone, Ascoli e Bari, Livorno e Vicenza. E la bellezza dei racconti è proprio questa: i diversi campanili, raccontati da scrittori, giornalisti e blogger dalle differenti anime, risultano emozionanti e vivi, come lo è una partita di calcio risolta con un rigore (sacrosanto) al novantesimo”.
Questa la rosa che ha coinvolto scrittori, giornalisti e blogger da tutt’Italia Titti Festa (Avellino), Marco Amabili (Ascoli), Bruno Palermo (Crotone), Gaetano Imparato (Livorno), Oscar Buonamano (Pescara), Lorenzo Mazzoni (Viruts Lanciano), Francesco Vannutelli (Perugia), Mauro Frugone (Virtus Entella), Roberto Guerriero (Salernitana), Sergio Fortini (Novara), Nicola Conforti (Trapani), Mauro Corno (Como), Andrea De Carlo (Modena), Gianluca Mattioli (Cesena), Marco Ursano (Spezia), Eva Pommerouge (Latina), Gianluca Atlante (Bari), Luca Biribanti (Ternana), Gianpaolo Laffranchi (Brescia), Franco Cottini (Pro Vercelli), Enrico Astolfi (Cagliari), Filippo Landini (Vicenza). L’allenatore? L’ideatore del progetto editoriale e il curatore Gian Luca Campagna.
Così troviamo storie che s’intrecciano con la città, trainano la passione della gente comune, smitizzano e ironizzano, abbracciando anche temi tabù e forti, senza veli e ipocrisia, confermando che il calcio resta confinato nella franchigia delle emozioni che difficilmente si riescono a spiegare a chi non varca i suoi confini e non scende in campo. Dal mondo singolarmente provinciale di Latina fatto di procaci milf interessate più ai garretti dei calciatori che al pallone alla passionale armonia di una città d’acciaio come Terni, dai ricordi con gli occhi di un bambino del braccio chiuso di Sollier dopo una rete alla morte di Renato Curi a Perugia al dramma degli immigrati che Trapani vive ogni stagione, da una scommessa nata male e finita peggio a Lanciano alla leggenda del fratello sfigato di Dan Corneliusson sul ramo del lago di Como, dalla tradizione olimpica e pitagorica di Crotone alla realtà colma di calcio e di vita di Salerno, dalla sciarpa portafortuna di un tifoso del Cesena allo spigoloso momento che vive un ultras del Novara, dai sogni e le delusioni di un bambino che tifa Avellino all’ironia della giovanissima Pro Vercelli che regala all’Inter una lavagna, dalla tensione del cronista che attende il ripescaggio del ‘suo’Ascoli in B al quadro picaresco, noir e cinico di una La Spezia preda della criminalità, dal dramma intimo e familiare di un tifoso del Vicenza ai sogni di un giovane che desidera giocare nel suo Entella, dai ricordi in bianco e nero di due tifosi del Pescara passando per YouTube e Twitter alla sorprendente solidarietà ‘a livello ultras’ dei tifosi del Cagliari, dai sogni di una notte di mezza estate a Modena con le preghiere alla Ghirlandina alle vicissitudini di un giovane ghanese con problemi di carta d’identità a Brescia, dai sogni di un giovane che un giorno esordisce con la maglia del suo Bari al ricordo sempre vivo di chiaroscuro e colmo di lacrime per il giovane amaranto Piermario Morosini, morto in campo il 14 aprile 2012 durante Pescara-Livorno, cui è dedicata quest’antologia.
Solo con questo assaggio, sale la voglia di leggerli tutti questi racconti, uno dietro l’altro, come fosse un’intera e unica giornata di serie B, dove si scontrano i diversi colori delle squadre segnati col nero su campo bianco. Ci provano tutti a infangarlo, a sgonfiarlo, a rottamarlo, ma il pallone, stoicamente, resiste grazie alla passione della gente. Perché si rigenera. Si rigenera ‘ogni volta che un bambino prende a calci un pallone per strada è lì che rinasce la storia del calcio’. Lo ha scritto Jorge Louis Borges tanti anni fa. E, ancora oggi, con questi racconti, sappiamo che è straordinariamente vero.