IL MISTERO DEL SOTTOSUOLO PONTINO: Storia e geologia di Tor Tre Ponti

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Tor Tre Ponti: un bellissimo borgo di epoca romana ai piedi di Sermoneta torna a far parlare di sé alla luce degli  eventi sismici del 2012 nella pianura pontina.

L’origine del nome: Tor Tre Ponti

La toponomastica di questa località che si affaccia sulla Via Appia evoca una torre (che non esiste più) ed un ponte a due arcate a tutto sesto, che è ancora  in piedi ed attraversa il fiume Ninfa, nascosto dalle erbacce quindici metri  dagli ultimi due troviamo un terzo arco del ponte  più piccolo, che attraversa il canale denominato Striscia. Il ponte fu realizzato nel periodo dell’imperatore Traiano  nell’anno 101 d.C., che come descritto da un cippo sito sul bordo del ponte restaurò la “regina viarum”.

 TRIPONTIUM: Un po’ di storia

 

ttp2Tor Tre Ponti è stata in epoca romana una località di passaggio tra la Capitale dell’impero e Neapolis (l’odierna Napoli), perciò fu luogo di scambi culturali, e punto di riferimento per  viandanti, commercianti, soldati e corrieri, che solevano cambiare cavallo alla stazione di posta di Tripontium; La stazione di posta di Tor Tre Ponti ha il privilegio di essere menzionata negli Atti degli Apostoli (Lc.28,14-15), come luogo dove l’evangelista  San Paolo da Tarso incontrò i primi cristiani di Roma venutigli incontro per riceverlo e rincuorarlo in quanto egli era prigioniero  delle autorità romane (“Da Roma i fratelli, che avevano sentito parlare di noi, ci vennero incontro fino al Foro Appio e alle Tre Taverne. Paolo nel vederli, ringraziò Dio e prese coraggio”). Sul luogo del  santo incontro, ora sorge la settecentesca chiesa di  S.Paolo Apostolo, proprio nel centro storico del borgo.

Epicentro dei terremoti dal 2011

Negli ultimi anni la città di Latina ha  dovuto fare i conti con piccole ma numerose scosse di  terremoto, e l’epicentro è stato, più volte, proprio questo piccolo borgo dalla storia secolare.

La scossa di terremoto che probabilmente tutti noi ricorderemo è stata quella del 15 febbraio 2012 con magnitudo 3,8 ed epicentro a 7 km circa di profondità, che non portò nessun danno a persone o cose, ma provocò grandi allarmismi tra la popolazione, il terremoto venne avvertito addirittura nel frusinate! Si pensi che in quelle ore,  il centralino dei vigili del fuoco venne preso d’assalto dalle telefonate dei cittadini che chiedevano informazioni sull’evento sismico e che principalmente, senza richiedere interventi particolari, volevano essere solamente rassicurati!

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Ma  quali possono essere le possibili cause di questi sciami sismici?

Il fenomeno dei sinkhole

Per un lungo periodo di tempo si è pensato che gli sciami sismici di Tor Tre Ponti, fossero dovuti a crolli di grotte sotterranee e  di cavità carsiche (il carsismo è quel fenomeno che porta alla dissoluzione del carbonato di calcio, composto chimico prevalente nei calcari, per effetto dell’acqua, generando così grandi cavità e cunicoli nel sottosuolo), ciò ha portato alcuni giornalisti a ipotizzare che la causa di questi terremoti fossero proprio questi sprofondamenti del terreno di tipo geologico/idrogeologico.

Lo studio di questi fenomeni geologici ci porterebbe verso il fenomeno del ‘Sinkhole’ (letteralmente buco sprofondato). Ma cosa sono esattamente i sinkhole?

Sono fenomeni di subsidenza catastrofica, ovvero zone del territorio che in genere, sprofondano inizialmente in maniera molto lenta (per subsidenza), per successivamente allargarsi e approfondirsi rapidamente. il nome sinkhole ha avuto origine nel 1968 a seguito di un fenomeno avvenuto per via di una cavità carsica.

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Nel tempo ne sono seguiti molti altri ed in ogni parte del mondo. Lo sprofondamento può avere cause diverse,  esso potrebbe avvenire anche in una città, il cui sottosuolo è attraversato da gallerie e cunicoli di vario tipo.

Sotto la crosta terrestre, invece, altri eventi possono provocare tale voragine o sprofondamento, tra questi agenti di tipo endogeno, che per la diversità di strati contigui (rocce e a argille tra vari strati ad esempio), potrebbero portare una variazione nell’assetto e la morfologia.

 

Tra i sinkhole più famosi nel territorio pontino vi sono i Laghi Sprofondo nelle vicinanze della città di Sermoneta, inoltre sempre in queste zone troviamo  in località Tor Tre Ponti il sinkhole dello stabilimento Pettinicchio; una formazione recente di sinkhole si trova a poche centinaia di metri da Ninfa, la causa di questo sprofondamento, è curioso a dirsi, ma sarebbe dovuto alle coltivazioni di kiwi; le piantagioni di kiwi, infatti, richiedono molta acqua e questi fenomeni sono dovuti ad un eccessivo emungimento dalle falde acquifere; continue escursioni del livello di falda, possono provocare erosione carsica negli orizzonti travertinosi (per lungo tempo, tale zona è stata sede di fenomeni sorgivi idrotermali che hanno dato luogo a questa serie di depositi) e contestualmente, fenomeni di abbassamento della falda; abbassamenti piezometrici del livello di falda, porterebbero a variazioni di peso dei sedimenti, prima immersi in acqua e quindi più leggeri (per la Spinta di Archimede), e poi più pesanti, in assenza di acqua con la conseguente erosione.

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Tali fenomeni sono studiati attraverso il posizionamento, rivolto verso le zone di interesse, di appositi macchinari che funzionano come un ‘sonar’ e si presterebbero ad individuare, localizzare e monitorare questi tipi di eventi.

Secondo il parere di alcuni studiosi, non è e possibile che la formazione di un sinkhole possa determinare un terremoto forte come quello di Tor Tre Ponti che venne avvertito anche sugli Ausoni, anche perché queste formazioni non vanno oltre 30-40 metri di profondità, mentre l’epicentro del terremoto del 2012 era a 7 km di profondità.

Le scosse tettoniche: una possibile ipotesi

L’ipotesi più accreditata, anche in questo caso, dovrebbe essere quella di un terremoto di origine tettonico, e cioè legato al movimento delle placche e non a crolli in grotta nel sottosuolo. Si pensi, infatti,  che la pressione di 7 Km di rocce e sedimenti non permetterebbe la presenza di profondissime cavità o  grandi caverne sotterranee fantastiche come quelle descritte ne il “Viaggio al centro della terra” di Jules Verne. La pressione dell’acqua, inoltre, riempirebbe tutte le cavità. Perciò, la causa di questi sismi andrebbe ricercate nella tettonica delle placche: sembrerebbe, infatti, che vi sia una faglia parallela a quelle che rialzano il blocco dei monti lepini ( la catena  montuosa degli Appennini si è generata alla fine del Mesozoico; la spinta verso nord della Placca africana e la sua conseguente collisione con la Placca euroasiatica, hanno determinato la subduzione di quella Europea sotto quella Africana) rispetto alla piana pontina, i cui lembi più antichi risalenti al pleistocene inferiore, possono essere ritrovati negli altopiani di Norma e Sermoneta.

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La storia della piana pontina è stata segnata da un’attività’ vulcanica molto intensa fino a tempi geologicamente  recenti, circa 50000 anni fa (Pliocene medio superiore/Pleistocene medio), che ha portato poi alla formazione anche delle isole pontine;  il nostro territorio  non ha  ancora completato la sua storia evolutiva, ed è quindi soggetto a movimenti tettonici, alla cui origine potrebbe essere anche associata l’attività’ del Vulcano Laziale (i Colli Albani, considerata zona quiescente), il quale e’ tuttora tenuto sott’occhio dall’INGV.

L’amministrazione comunale di Latina, per cercare di monitorare questa situazione che desta molta preoccupazione tra i cittadini, ha installato una sonda per il monitoraggio dell’attività sismica a circa 200 metri di profondità, e sarà l’INGV (l’Istituto nazionale geofisica e vulcanologia)  a monitorare tutto ciò che accade nel sottosuolo di Tor Tre Ponti per scoprire l’esatta profondità degli epicentri di questi sismi, e cercare di capire le cause che lo hanno provocato. Allo stesso tempo questi studi serviranno all’INGV  a fare maggiore luce su ciò che stà realmente accadendo nella pianura pontina, considerata a bassa sismicità ( La città di Latina è infatti, indicata all’interno della carta della pericolosità sismica d’Italia come zona 3a: Zona con pericolosità sismica bassa ovvero, che può essere soggetta a scuotimenti modesti).

Fonti:

Guide geologiche regionali: Lazio”, (Società geologica italiana); www.INGV.it ( terremoti/monitoraggio sismico); “itinerari della Via Appia” di Luca Gasbarrone;  “Capire la terra” di Press Frank , Siever Raymond , Grotzinger John , Jordan Thomas H.

Riccardo Gasbarrone  

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