Dalle montagne rocciose ai fronti d’Italia, l’Unità che infranse le difese naziste
Nel cuore della Seconda Guerra Mondiale, di fronte all’esigenza di spezzare le tenaci difese tedesche nel sud Italia, nacque un’unità leggendaria: la First Special Service Force (FSSF), tristemente nota come i “Diavoli Neri”. Su richiesta di Winston Churchill, il Generale Dwight D. Eisenhower affidò al Colonnello Robert T. Frederick l’arduo compito di formare questa unità speciale. Attraverso annunci mirati, Frederick reclutò 1800 uomini con profili unici: boscaioli, guardie forestali, minatori, allevatori e cacciatori, tutti con una comprovata abitudine alla vita all’aperto e alla sopravvivenza in ambienti ostili.
Costituita ufficialmente il 20 luglio 1942 a Fort Harrison, Montana, la FSSF sottopose i suoi membri a un addestramento estenuante. Lanci con il paracadute, tecniche di combattimento ravvicinato con armi ed esplosivi, difesa personale e manovre in climi rigidissimi e zone montuose divennero la loro quotidianità. In pochi mesi, Frederick plasmò un gruppo di specialisti pronti a tutto.
La prima operazione della FSSF fu a Kiska, una base aero-navale giapponese nelle Isole Aleutine, ma l’assenza di combattimento spinse l’unità verso il Mediterraneo. Dopo un viaggio via mare, il 19 novembre 1943 sbarcarono a Napoli, stabilendosi nella vecchia scuola di artiglieria di Santa Maria Capua Vetere.
Fu il 3 dicembre 1943 che la “Force” scrisse la sua prima pagina di gloria. Scalando il Monte La Defensa e il Monte La Remetanea, due capisaldi strategici della “Bernhardt Line” (o “Winter Line”) tedesca sul massiccio del Monte Camino, gli uomini della FSSF dimostrarono immediatamente le loro capacità speciali. Sotto la guida del Generale Edward H. Thomas, sorpresero le linee tedesche con un avvicinamento silenzioso e a zig-zag sui ripidi pendii. I combattimenti proseguirono fino al 9 dicembre 1943, quando i pochi tedeschi rimasti furono costretti a ritirarsi o a consegnarsi. Questa impresa ispirò il film del 1968 “The Devil’s Brigade” (La Brigata del Diavolo).
La FSSF continuò a operare incessantemente nel sud di Cassino per tutto dicembre 1943 e gennaio 1944, affrontando terreni impervi e montuosi come Monte Sammucro, la Radicosa e Monte Majo, guadagnandosi numerose onorificenze per queste azioni.
Le pagine più note della FSSF nella Campagna d’Italia furono scritte ad Anzio. Fu qui che gli uomini si guadagnarono l’appellativo di “Diavoli Neri“. Questa denominazione derivava dalla loro pratica di mimetizzare il viso e l’equipaggiamento con il lucido nero degli stivali, fondamentale per le loro azioni notturne in territorio nemico. La FSSF fu tra le prime unità a fare il loro ingresso a Roma il 4 giugno 1944, un momento storico per la liberazione dell’Italia.
La First Special Service Force (FSSF), conosciuta dai tedeschi come i temuti “Diavoli Neri” e dagli Alleati come la “Brigata del Diavolo,” era un’unità di commandos congiunti statunitensi e canadesi. Addestrati per condurre audaci colpi di mano notturni e azioni di disturbo, sbarcarono ad Anzio nel febbraio 1944 e operarono nella strategica area tra il Canale Mussolini e le Paludi Pontine.
Questi uomini erano noti per la loro spietatezza, audacia e implacabilità. Con il volto annerito per mimetizzarsi nell’oscurità, uscivano di notte per catturare prigionieri o colpire avamposti nemici. La loro capacità di infiltrarsi in profondità dietro le linee tedesche era tale da dare l’impressione di un’unità molto più numerosa di una semplice brigata. Il Maresciallo di Campo Albert Kesselring, comandante delle forze tedesche in Italia, fu a tal punto convinto di avere a che fare con una divisione che inviò consistenti rinforzi nella zona per contrastarli. Il terrore che incutevano era tale che i tedeschi offrivano dieci giorni di licenza a chiunque avesse catturato uno di questi “diavoli.”
La Brigata aveva stabilito il proprio quartier generale in prossimità delle prime linee nella zona di Borgo Sabtino, ribattezzandolo Gusville. Da qui, gli uomini partivano per le loro missioni. Colpivano rapidamente, e per intensificare il terrore psicologico, lasciavano sui corpi dei caduti o nelle casematte espugnate dei cartelli con la minacciosa scritta: “Il peggio deve ancora venire.” I tedeschi erano letteralmente terrorizzati dalla loro presenza, una testimonianza dell’efficacia e dell’impatto psicologico delle tattiche impiegate dalla First Special Service Force.
Nonostante la FSSF non fallì nessuno dei suoi obiettivi, il tributo di vite fu altissimo. Molti dei suoi uomini riposano ora nei cimiteri del Commonwealth Britannico a Cassino e di Anzio. Il gruppo congiunto USA-Canada fu infine disciolto il 5 dicembre 1944, poiché la vastità della Seconda Guerra Mondiale rese obsoleta l’operatività di un gruppo così piccolo.
A testimonianza della loro straordinaria eredità, nel settembre del 1999, la strada principale che collega Lethbridge (Alberta, Canada) ed Helena (Montana) è stata rinominata “First Special Service Force Memorial Highway“. Questa autostrada era la via percorsa nel 1942 dai volontari canadesi per unirsi ai loro colleghi americani a Fort Harrison, un tributo duraturo a un’unità che ha lasciato un segno indelebile nella storia militare.