IL DECENNOVIUM

Strabone ci informa che, presso Terracina, la via Appia era costeggiata da un canale, alimentato in più punti da stagni e da fiumi: vi si navigava soprattutto di notte, ma talvolta anche di giorno. Una vivace illustrazione su come ciò si svolgesse è nella V satira di Orazio. Il poeta, in viaggio verso Brindisi, lasciato l’itinerario terrestre a Forum Appii , proseguì il viaggio attraverso le paludi pontine su un’imbarcazione trainata da terra, fino a Feronia; sbarcato nei pressi della fonte proseguì per via di terra per altre tre miglia, fino a Terracina.

  DECENNOVIUM

Nel corso del tardo impero la palude invase di nuovo la via, non più curata come in precedenza. Un’iscrizione dell’epoca di Teodorico ricorda i lavori eseguiti dal patrizio Decio, console del 486 d.C., per riattivare il percorso dell’Appia; qui viene ricordato di nuovo il Decennovium, ma si riferisce ad un’estensione maggiore “a Tripontio usque Tarracinam ” (Tripontium coincide con l’attuale Tor Tre Ponti, al km 66,500) mentre il Decennovium originario era compreso tra Forum Appi (km 72,800, corrispondente al miglio 43) e Feronia (tre miglia prima di Terracina). Anche Cassiodoro ricorda questi restauri, che dovettero avere un risultato abbastanza trascurabile. 

 

E’ possibile che tale canale, elemento portante della bonifica del territorio, possa avere una datazione coerente con quella della costruzione dell’Appia, rientrando in un più ampio progetto di bonifica per lo sfruttamento delle potenzialità del territorio. Sappiamo che Cornelio Cethego nel 162 a.C. risanò i territori lungo l’Appia tramite la realizzazione di una fossa adiacente e parallela alla via, da Forum Appi (Borgo Faiti) a Feronia (Le Mole, vicino Terracina) e dunque denominata Decemnovio perchè, appunto, lunga 19 miglia romane. Nel  159 a.c. il Senato Romano in segno di gratitudine gli donò un podere in località Maruti, come testimonia il rinvenimento di una lapide con la scritta ”ager privatus P.Cornelii Cethegi’‘. L’utilizzo quasi esclusivo del canale per la navigazione determinò una doppia numerazione sui miliari che segnavano il percorso dell’Appia in quel tratto. Il canale rimase  navigabile fino all’inizio del 1900.

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